Classical, not Classicistic Thoughts on the origins of «Classicizing Roman Sculpture»


Antonio Corso
Abstract

Classico, non classicista: riflessioni sulle origini della cosiddetta «scultura romana classicistica» In questo articolo è affrontata la problematica delle copie di età ellenistica e soprattutto romana derivate da statue originali di età greco–classica. Vengono distinte le varianti, che non necessariamente risalgono a un originale comune, dalle copie vere e proprie, che invece derivano dalla stessa statua. Sono quindi esaminati casi in cui siano sopravvissuti sia l’originale sia copie da questo ottenute, la casistica delle basi da originali famosi giunte sino a noi e quella delle opere tramandate dalla tradizione antica che sono state riscoperte. Sono altresí richiamate le menzioni di maestri e capolavori di scultura e pittura da parte di scrittori di età classica. Inoltre, si riepiloga succintamente la tradizione antica della critica d’arte. È presentata in modo cursorio la storia dei tentativi di attribuire sculture superstiti agli scultori celebrati dalle fonti antiche, dal quattordicesimo secolo ai nostri giorni. È altresí preso in considerazione lo scetticismo diffuso attualmente sulla possibilità di istituire tali relazioni e sono indicati motivazioni e sostrato culturale che hanno portato diversi studiosi a tale conclusione. Infine, è ribadita la tesi opposta, che diverse creazioni statuarie note da copie di età romana, ritenute spesso ora opere classicistiche romane, risalgono di contro a originali del quinto e quarto secolo a.C. I motivi addotti a sostegno di tale tesi sono essenzialmente tre:
1. la concordanza iconografica spesso convincente tra tipi copistici di età romana e capolavori di età classica noti da menzioni lettetarie;
2. il fatto che diversi tra questi tipi sono stati rieccheggiati su rappresentazioni di piccolo formato già in età classica o nel primo ellenismo;
3. infine il fatto che le grandi arti figurative erano per lo più ritenute morte, o moribonde, durante l’età in cui la produzione copistica fu più intensa.

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